martedì 27 novembre 2007

Spot e...sociale?

Ne hanno parlato tutti i giornali e le tv gridando allo scandalo...
Ma da quando la pubblicità non fa parte del sociale?
Come mai tanto clamore per questo spot e nessuna reazione per altri altamente...."devianti"?

Ecco il link dell'articolo e degli spot:

http://www.tvblog.it/post/7204/la-nuova-frontiera-degli-spot-fermare-gli-immigrati

6 commenti:

Paola ha detto...

Ovviamente per perbenismo. E anche perchè quella dell'immigrazione è una piaga sociale che noi in Italia non sappiamo come risolvere, né come gestire (vedi i fatti recenti che hanno coinvolto sindaci delle P cities).
Ma questo non c'entra con la pubblicità.
Mi pare che la questione che tu poni sia di altra natura...

mara ha detto...

Di altra natura fino a un certo punto...perchè forse si sta utilizzando il pretesto della pubblicità o, meglio, della campagna informativa per fare politica...e chi, come gli studenti di comunicazione, lavora a uno spot deve pensare a creare un messaggio che funzioni o una campagna elettorale? L'isola felice dell'università purtroppo non è eterna e o presto o tardi ci si ritrova a fare un lavoro "vero", dove oltre a limitare il bugdet, magari ti chiedono di preparare uno spot come quello sugli immigrati!....

Paola ha detto...

"si sta utilizzando il pretesto della pubblicità o, meglio, della campagna informativa per fare politica"
...quindi è di altra natura: politica ed etica nel lavoro.

Anonimo ha detto...

Ma la pubblicità non è politica dal primo istante? Se dobbamo vendere un'idea (nel caso delle pub. progresso specificatamene, in genere si vende prima un'idea e poi l'oggetto) dobbiamo farlo nel modo più sporco possibile, neanche immagino quali siano gli interessi e le buste dietro questo genere di attività, specie se all'interno delle burocrazie.
Però non so se ho perso tutta la malizia dell'osservatore, ma non mi stupisco. Io non vedo lo scandalo di questa pubblicità nel momento in cui è trasmessa dalla Nigeria, alla fine il messaggio è pseudo reale: "nigeriano che parti, stai attento, all'inizio non sarà facile, potresti non farcela, i rischi li sappiamo, sono reali". Certo, il messaggio è crudo, ma se non lo fosse avrebbe la stessa valenza della cronaca quotidiana, evidentemente nulla.
Ecco tutto sommato, un'osservazione mi esce: perchè scegliere un uomo per questa pubblicità? Non è forse vero che le donne, quando sono costrette all'immigrazione, sono molto più a rischio di maltrattamenti e coercizioni, rispetto agli uomini che forse possono utilizzare la loro presunta supremazia "culturale" di uomini forti e padroni? Ecco, io stavo pensando a questo.
Scegliere una donna per questa pubblicità avrebbe colto molti aspetti, reali ed emotivi. Ma scegliere un uomo, specialmente in un ambiente come quello nigeriano, cioè culturalmente ancora portato alla centralità dell'uomo come identità predominante, rompe un tabù. E rompere un tabù e uno dei modi piu efficaci per dare conoscenza.

mara ha detto...

Credo che il pubblico nigeriano non sia ancora pronto culturalmente ad accettare la rottura dei tabù...Forse chi ha progettato lo spot ha voluto creare e cercare un clima di benevolenza...Piuttosto che rischiare si è optato sull'effetto sicuro, parlando agli uomini più che alle donne...
Ma io penso che il nocciolo della questione stia nella difficoltà di fare una buona comunicazione senza sconfinare in banalità o ambigue provocazioni politiche...Anche se, a dire il vero, tutta la pubblicità è di per sè ambiguità e provocazione! Mantenere un giusto equilibrio è, a mio avviso, molto difficile...

Paola ha detto...

riassumendo quindi, perchè hai segnalato questa pubblicità Mara? Non mi è chiaro... Così come non mi è chiaro dove vuoi arrivare affermando un concetto, ma anche il suo contrario e rigettando qualsiasi opinione venga proposta, criticandola.
Non è un attacco, è discussione critica e si può solo imparare!