martedì 22 gennaio 2008

pubblicità palese e occulta

Due aspetti della pubblicità: (1) da una parte i "creativi" fanno vere opere d'arte; i nostri brevi video sono a volte troppo belli. Questa è pubblicità "palese". (2) La pubblicità occulta è quella dei giornali e sei servizi dettati dagli uffici pubblicità delle aziende. Nessun giornale può permettersi di criticare un prodotto in un articolo (sulla moda, sulla salute). Salterebbero i proventi pubblicitari dell'azienda, anche solo se ha altri settori pubblicizzati su giornali del gruppo.

Di alcune cose non si può parlare (ad es. delle acque minerali fatte con l'acqua del rubinetto, dell'inutilità degli integratori alimentari, del cattivo gusto di alcune scelte dei "nostri" stilisti, ecc. ecc.). Se i giornalisti avessero potuto parlare liberamente il crac parmalat sarebbe stato annunziato da tempo (lo ha fatto solo Grillo, ma non è un giornalista). Alcune citazione pazzesche su questo tratte dal libro di Paolo Bianchi e Sabrina Giannini, La repubblica delle marchette: chi e come della pubblicità occulta, (Nuovi equilibri 2004) si trovano nello speciale "deontologia e giornalismo" di "giornalismo" numero 70 (scaricabile da http://www.odg.bo.it/).

Quanto giornalismo è pubblicità travestita da informazione?

3 commenti:

mara ha detto...

Eh!...Bella domanda!
Io credo che ormai quasi tutta l'informazione per il "pubblico di massa" sia pubblicità travestita da notizia. Basta pensare a certi telegiornali dove si parla per 35 minuti di gossip e per i restanti 5 di qualche notizia. Ma, secondo me, esiste un fenomeno ancora più preoccupante: l'informazione pubblicitaria si sostituisce a quella reale, non solo nascondendo quella vera, ma rendendo difficile ai più la sua identificazione e, quindi, occupa la costruzione della nostra realtà....C'è gente che crede che certe aziende (come recitano certe pubblicità) devolvano veramente una parte dei guadagni a scopo benefico o per la ricerca...Semplicemente è comodo sfruttare argomenti di attualità per colpire la sensibilità delle persone. Credo che un modo per coniugare le esigenze del marketing con la falsa realtà dell'informazione, sia di "insegnare" alla gente come riconoscere un messaggio promozionale da un messaggio d'informazione o da uno culturale.
Sono convinta che si possa fare ottima pubblicità e addirittura spot-capolavori senza per questo sostituirsi ad una corretta informazione. Il problema è che gli interessi economici e politici in gioco sono così grossi da assumere caratteristiche di prepotenza. L'argomento andrebbe sicuramente approfondito, soprattutto per chi studia per diventare comunicatore!

Anonimo ha detto...

da giornalista apprendista purtroppo dico che tante notizie sono travestite da pubblicità più o meno occulta per fare favori a questo o a quell'altro...

Anonimo ha detto...

Hi

Thank you for this site, very interesting info.

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